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Il governo spagnolo ha raggiunto un accordo con i principali sindacati del paese per ridurre l’orario lavorativo settimanale, passando dalle attuali 40 ore a 37,5 ore a parità di retribuzione entro la fine del 2025. Questa misura coinvolgerebbe circa 12 milioni di lavoratori e rappresenta una delle riforme più significative nel mercato del lavoro spagnolo. Tuttavia, per diventare legge, l’accordo dovrà essere approvato dal parlamento, il cui scenario è particolarmente complesso.

Il governo di Pedro Sánchez, riconfermato nel novembre 2023, è una coalizione di minoranza che include il Partito Socialista e Sumar, una coalizione di sinistra radicale composta da Podemos e altri partiti. Questa composizione potrebbe rendere difficile ottenere la maggioranza necessaria per far passare la legge, con particolare attenzione al ruolo del partito indipendentista catalano Junts. Junts, che sostiene il governo, potrebbe avere riserve sulla proposta a causa delle sue posizioni storicamente più favorevoli al mondo imprenditoriale.

L’accordo, se approvato, prevede anche un aumento delle multe per i datori di lavoro che non rispetteranno la riduzione dell’orario di lavoro. La principale associazione dei datori di lavoro spagnola, la CEOE, ha espresso critiche, sostenendo che la riduzione dell’orario non dovrebbe essere imposta per legge, ma dovrebbe essere il frutto di un processo di contrattazione tra le singole aziende e i dipendenti.

Il ministro dell’Economia, Carlos Cuerpo, ha sottolineato che la misura potrebbe essere attuata pienamente dal 2026, dando così tempo alle piccole imprese per adeguarsi ai nuovi standard. La proposta riflette un tentativo di bilanciare le esigenze dei lavoratori con la realtà delle piccole

Spagna: accordo sul ridimensionamento dell’orario lavorativo

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