La settimana lavorativa ridotta prevede un impegno lavorativo di quattro giorni alla settimana. La prospettiva di lavorare meno per ottenere risultati migliori sembra non solo incrementare la produttività, ma apportare anche altri vantaggi. I lavoratori possono godere di più tempo libero, mentre le aziende possono risparmiare in termini di consumo energetico.
Tuttavia, alcuni settori, come il trasporto pubblico e la sanità, richiedono una presenza costante, rendendo impraticabile una riduzione delle ore di lavoro. Nonostante ciò, alcuni Paesi come Islanda, Giappone e Regno Unito hanno già sperimentato con successo l’implementazione di settimane lavorative più corte. In Italia, questa pratica è stata adottata da due gruppi, Intesa Sanpaolo e Lavazza, come risposta alla riorganizzazione del lavoro durante la pandemia e per garantire la tutela dei dipendenti.
Intesa Sanpaolo ha introdotto un nuovo modello di lavoro per i suoi 74.000 dipendenti, con una settimana lavorativa di quattro giorni, ciascuno con nove ore di lavoro, mantenendo la retribuzione invariata. Questa iniziativa è basata su volontarietà e compatibilità con le esigenze tecniche e produttive. Anche Lavazza ha sperimentato una soluzione analoga nel 2022. Nonostante ciò, secondo i dati più recenti di Eurostat, in Italia persiste una tendenza opposta, con circa 2 milioni di lavoratori che rimangono al lavoro per 50 ore a settimana, in contrasto con la tradizionale settimana lavorativa di 8 ore al giorno per cinque giorni.
Attualmente, in Italia manca una normativa specifica in merito, lasciando la decisione a discrezione delle aziende. Alcune imprese, soprattutto quelle che non richiedono una presenza continua 24/7, hanno volontariamente ridotto l’orario di lavoro, optando per turni più lunghi ma lavorando un giorno in meno a settimana.
Diversi Paesi hanno già introdotto con successo la settimana lavorativa breve. Ad esempio, l’Islanda ha implementato la settimana di quattro giorni con 35-36 ore di lavoro settimanali tra il 2015 e il 2019, registrando un aumento della produttività e un’ampia adesione dei dipendenti. Anche in Spagna sono in corso sperimentazioni con l’obiettivo di ridurre la settimana lavorativa a 32 ore su quattro giorni. In Belgio, nel 2022 è stata introdotta la settimana corta senza riduzione delle ore, concentrando il lavoro in quattro giorni. Anche Giappone, Stati Uniti e Svezia stanno attualmente testando questo nuovo modello lavorativo.
I Vantaggi della Settimana Lavorativa Corta
La settimana lavorativa breve, con il suo impegno di quattro giorni, è oggetto di dibattito tra sostenitori e detrattori. I vantaggi proposti dai sostenitori sono molteplici. Innanzitutto, si prevede un aumento della produttività e della soddisfazione dei lavoratori, poiché questi ultimi godrebbero di più tempo libero, consentendo una migliore conciliazione tra vita lavorativa e personale. Una settimana più corta potrebbe altresì influire positivamente sulla qualità della vita dei dipendenti, riducendo lo stress derivante da orari intensi e prolungati. La motivazione e l’implicazione nel lavoro potrebbero crescere, contribuendo a creare un ambiente lavorativo positivo e produttivo.
Tuttavia, la riduzione dei giorni lavorativi potrebbe comportare un aumento delle responsabilità e delle attività quotidiane, generando tensioni a causa di un carico di lavoro più pesante. Sul versante economico, la retribuzione rimarrebbe invariata nonostante il lavoro ridotto di un giorno a settimana.
Un altro aspetto da considerare è che la settimana corta potrebbe non essere adatta per tutte le aziende o settori. Le imprese di produzione con esigenze di orario continuativo potrebbero affrontare difficoltà nella riorganizzazione delle attività per adattarsi a una settimana lavorativa più breve. Per evitare una riduzione delle ore lavorative, potrebbe essere necessario ridefinire i turni senza aumentare il personale, poiché ciò comporterebbe un aumento insostenibile dei costi aziendali. In questo contesto, l’implementazione della settimana corta potrebbe non essere praticabile o addirittura controproducente per determinate realtà aziendali.