Le sue origini affondano nei banchetti pagani, come i Saturnali romani, che celebravano il solstizio d’inverno. Con l’avvento del cristianesimo, queste usanze furono adattate alla festività religiosa. In Spagna, alcuni menù includono piatti che richiamano i doni dei Re Magi: dolci speziati per l’incenso, cioccolato per l’oro e vino dolce per la mirra. In Inghilterra, il tacchino è il piatto principale delle festività sin dal XVI secolo, reso popolare nel XIX secolo da Re Edoardo VII, mentre prima l’oca era più diffusa.
In Italia, soprattutto al Sud, il cenone del 24 dicembre è rigorosamente di magro, con portate a base di pesce, in linea con l’astinenza religiosa. In Polonia, la cena della Vigilia, chiamata Wigilia, prevede 12 portate, una per ogni apostolo, ed è vietato alzarsi da tavola fino alla fine per non compromettere la fortuna dell’anno successivo. In molte culture dell’Europa orientale si spezza e si condivide un’ostia o un pane speciale per simboleggiare unità e pace familiare. La cena di Natale non è solo un momento culinario, ma una celebrazione di tradizioni e valori universali come l’amore, la famiglia e la generosità.