Il 6 aprile, dal 2017, è celebrato il Carbonara Day, una giornata istituita dall’Unione Italiana Food e dall’International Pasta Organisation (IPO) per onorare uno dei piatti più iconici e dibattuti al mondo: la pasta alla carbonara. Se siete puristi, forse questo articolo vi svelerà alcuni dettagli sorprendenti sulla sua origine e evoluzione.
Le Origini Incerte del Nome
Il nome “carbonara” ha origini incerte: una delle teorie più diffuse suggerisce che derivi dai carbonai dell’Ottocento, operai che lavoravano sugli Appennini e consumavano pasti semplici a base di cacio, uova, guanciale e grasso durante le loro pause. Un’altra ipotesi attribuisce il nome a un oste romano degli anni ’40, che potrebbe averlo battezzato in onore del suo precedente mestiere di “carbonaro” o per un’ispirazione avuta a Carbonia, in Sardegna, prima di trasferirsi a Roma. Altri ancora collegano il nome al pepe nero, che richiama il colore del carbone.
La Nascita della Carbonara: Renato Gualandi e il “Svuotafrigo”
Un punto di svolta nella storia della carbonara è stato il 1944, quando il chef Renato Gualandi, a Riccione per un incontro tra armate americane e inglesi, improvvisò un piatto usando bacon, crema di latte, formaggio e polvere di rosso d’uovo. Aggiungendo pepe nero, creò una combinazione di sapori che conquistò generali e ufficiali. Secondo l’indagine dello chef Igles Corelli, la carbonara è nata a Roma durante un simile incontro militare, usando ingredienti come latte in polvere, uovo liofilizzato, bacon e burro fuso.
Il Carbonara Gate e la Controversia sulla Ricetta
Nel 2016, un video tutorial francese scatenò il “Carbonara Gate” per la sua interpretazione erronea del piatto italiano. Il cuoco francofono aggiunse ingredienti come cipolla, panna, parmigiano, prezzemolo e persino un tuorlo crudo, suscitando la reazione indignata degli italiani, difensori della tradizionale carbonara senza compromessi.
L’Evoluzione della Ricetta
La versione moderna della carbonara, quasi identica a quella che oggi conosciamo, è stata definita negli anni ’60 da Luigi Carnacina, includendo guanciale, uovo, pecorino e pepe nero. Solo negli anni ’90 del secolo scorso sono stati eliminati ingredienti estranei come aglio, cipolla, prezzemolo, peperoncino e panna, stabilendo finalmente una ricetta “corretta” e rispettata a livello internazionale.
La pasta alla carbonara, con le sue origini avvolte in mistero e le sue varianti, continua a essere un simbolo della cucina italiana, suscitando discussioni accese ma anche unanime amore per il suo gusto unico e appagante.