L’idea di comunicare con forme di vita extraterrestri ha da sempre affascinato l’umanità. Ma è solo fantascienza o ci sono stati tentativi reali? La risposta è sorprendente: sì, la NASA (e non solo) ha davvero inviato messaggi nello spazio.

Uno dei più noti è il messaggio di Arecibo del 1974, trasmesso verso l’ammasso globulare M13. Conteneva informazioni su DNA, l’aspetto umano, il sistema solare e i numeri da 1 a 10, codificati in linguaggio binario.

Un altro esempio affascinante sono le targhe delle sonde Pioneer e i dischi dorati delle Voyager, che includono immagini, suoni della Terra, musica e saluti in diverse lingue. Veri e propri “biglietti da visita” cosmici.

L’obiettivo non è tanto ricevere una risposta (che potrebbe impiegare migliaia di anni), quanto affermare la nostra presenza nell’universo e stimolare la riflessione sull’umanità e il nostro posto nel cosmo.

Oggi, nuovi progetti come Breakthrough Listen e METI continuano la ricerca, con tecnologie sempre più avanzate. Forse un giorno, a risponderci sarà qualcun altro tra le stelle.

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