L’ombrello, uno strumento che usiamo spesso soprattutto in primavera e autunno per proteggerci dagli acquazzoni, e nella sua forma più grande, l’ombrellone, sotto il solleone, ha origini antiche e complesse.

Origini e prime apparizioni

Determinare chi ha inventato l’ombrello non è facile. Gli storici credono che sia apparso nei paesi dell’Estremo Oriente come Cina, India o Giappone, anche se non si sa esattamente quando. Alcuni ritengono che l’ombrello possa risalire addirittura all’Antico Egitto, dato che l’ombrello veniva utilizzato anche come “parasole”.

Un lusso non per tutti

In Cina, l’ombrello era considerato un oggetto sacro legato al culto dell’imperatore. In Giappone, veniva usato dai samurai, mentre in Egitto era riservato solo alle classi sociali nobili. Nella Grecia Classica, le sacerdotesse di Dioniso lo utilizzavano durante le cerimonie. Quindi, per molti secoli, l’ombrello è stato un simbolo di esclusività e culto. Durante l’Impero Romano, diventò un accessorio di moda tra le donne ricche.

Uso moderno dell’ombrello

L’uso dell’ombrello come lo conosciamo oggi, per ripararsi dalla pioggia, si diffuse solo nell’Ottocento, diventando un indispensabile strumento di protezione.

Il Museo dell’Ombrello

Sul lago Maggiore, vicino a Verbania, esiste il Museo dell’Ombrello e del Parasole, unico al mondo, che racconta la storia di questo utilissimo accessorio. Nel XIX secolo, nelle zone di Vergante e Mottarone, era attiva una corporazione di ombrellai itineranti che costruivano e riparavano ombrelli. Questi artigiani usavano un gergo segreto per proteggere il loro mestiere da chi non apparteneva alla loro cerchia.

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