New York, universalmente conosciuta come The City That Never Sleeps, sta vivendo una trasformazione che mette in discussione il suo iconico soprannome. La nightlife della Grande Mela, un tempo inarrestabile e pulsante fino all’alba, oggi si spegne sempre più spesso alle 2 del mattino. Un orario che sta diventando lo standard per la chiusura dei bar e dei locali notturni.

Perché la nightlife di New York chiude sempre prima?

Le ragioni di questo cambiamento sono molteplici, ma al centro della questione ci sono le licenze per servire alcolici oltre le 2 – le cosiddette late-night liquor licenses. Ottenere questi permessi è diventato sempre più difficile. “Sono diventate una merce rara”, ha dichiarato l’avvocato Terrence Flynn, che rappresenta centinaia di proprietari di locali a New York.

Secondo Rosario Procino, imprenditore del settore ristorazione con locali nel Village a Manhattan, l’iter per ottenere una licenza può durare mesi, costa migliaia di dollari e inizia con il community board, un consiglio composto dai residenti del quartiere. “Eventuali loro lamentele o preoccupazioni possono bloccare tutto”, afferma Procino. In pratica, anche un solo vicino può determinare il futuro di un’attività notturna.

Le nuove generazioni escono prima e bevono meno

Oltre alle difficoltà burocratiche, c’è anche un cambiamento culturale in atto. Secondo quanto riportato dal New York Timesi giovani oggi bevono meno rispetto alle generazioni precedenti e tendono a uscire prima la sera. Questo ha un impatto diretto sulla sostenibilità economica dei locali notturni, che fanno la maggior parte degli incassi proprio nelle ore più tarde.

Andy Simmons, proprietario di Carousel a Bushwick, ha raccontato che nel 2015, per il suo primo bar Birdy’s, la licenza fino alle 4 del mattino fu semplice da ottenere. Ma nel 2023, con Carousel, la storia è stata molto diversa. L’aumento di bar e locali in determinate aree, come Brooklyn, ha portato i community board a limitare le licenze fino alle 2.

Un cambiamento di identità?

Raffaello Van Couten, proprietario di bar e membro del Brooklyn Community Board 1, che copre zone come Williamsburg e Greenpoint, ha spiegato che in queste comunità, spesso formate da residenti storici polacchi e italiani, la tolleranza per il rumore notturno è molto bassa. “Non diamo più licenze fino alle 4 del mattino”, ha dichiarato.

Questo scenario sta portando New York ad avvicinarsi sempre più agli orari tipici di città come San Francisco, Boston e Los Angeles – al punto che qualcuno la chiama già ironicamente “San Bostangeles”. La testimonianza di Alyssa Grace, arrivata da San Antonio con l’aspettativa di vivere la vera nightlife newyorkese, è emblematica: “Contavo su un bar aperto ad un’ora più tarda di quella di casa. E invece…”

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