L’acquedotto Traiano, costruito dall’imperatore romano Traiano nel 109 d.C., è uno dei più significativi esempi di ingegneria idraulica romana. Il suo scopo principale era fornire acqua alla zona di Trastevere, a Roma, che in quel periodo non aveva un adeguato rifornimento idrico. L’acquedotto Traiano prendeva origine da una sorgente situata nei pressi del lago di Bracciano e attraversava diverse località, tra cui Vicarello e Trevignano Romano, prima di giungere nella capitale.
Il percorso dell’acquedotto si estendeva per circa 57 chilometri. L’acqua trasportata veniva convogliata verso Roma, passando attraverso il Gianicolo e raggiungendo la città lungo la via Aurelia. Nonostante fosse stato costruito con tecniche avanzate, l’acquedotto subì diversi danni nel corso dei secoli. Durante il Medioevo, l’acquedotto fu danneggiato durante l’assedio di Roma da parte dei Goti nel 537, e successivamente subì altri danneggiamenti, anche per mano dei Longobardi nel VII secolo.
Nel 1600, papa Paolo V ordinò il restauro dell’acquedotto, che venne ricostruito utilizzando le strutture esistenti. L’acquedotto fu rinominato “Acqua Paola” in onore del papa che ne curò il rifacimento. Oggi, alcuni tratti dell’antico acquedotto sono ancora visibili, specialmente lungo la via Aurelia, nei pressi di Villa Pamphilj. Il suo restauro e la sua storia testimoniano l’importanza che Roma attribuiva alla gestione dell’acqua e alla sua capacità di mantenere l’urbanizzazione in modo sostenibile.
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