In Corea del Sud, il ventilatore estivo è visto con una certa diffidenza, ed è oggetto di una superstizione che ha radici culturali profonde. Secondo la credenza popolare, dormire con il ventilatore acceso in una stanza chiusa potrebbe essere fatale. Questa convinzione è talmente radicata che persino oggi molti sudcoreani evitano di accendere il ventilatore di notte, temendo che possa portare alla morte.
La paura è legata a un fenomeno che prende il nome di “frostbite death” o “ventilator death”, una teoria che sostiene che l’aria fredda del ventilatore, quando concentrata in una stanza chiusa, possa causare un abbassamento della temperatura corporea e portare alla morte. Nonostante non ci siano prove scientifiche concrete che supportano questa ipotesi, la credenza rimane molto diffusa.
Molti sudcoreani, infatti, si affidano a particolari dispositivi che limitano la circolazione dell’aria o li fanno spegnere automaticamente dopo un periodo di tempo, per evitare l’insorgere di eventuali malori. La questione del ventilatore è anche oggetto di discussione e curiosità in vari programmi televisivi e articoli di giornale, creando un mix di scetticismo e tradizione.
Il fenomeno ha radici storiche che risalgono a decenni fa, quando si credeva che l’aria prodotta dai ventilatori non solo raffreddasse l’ambiente, ma fosse dannosa per il corpo umano. Nel corso degli anni, le opinioni in merito sono cambiate, ma la superstizione è rimasta viva nella cultura popolare, e la convinzione che dormire con il ventilatore acceso possa portare alla morte è una parte intrinseca della società sudcoreana.
In sintesi, anche se non c’è alcun fondamento scientifico dietro questa credenza, la sua influenza continua a persistere, e molti sudcoreani preferiscono evitare il rischio di “morire di ventilatore” piuttosto che infrangere una tradizione culturale che, per alcuni, è troppo forte da ignorare.
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