La dieta carnivora è l’ultimo trend dei social: un’alimentazione che si basa esclusivamente su alimenti di origine animale, come carne, pesce e uova, escludendo qualsiasi fonte vegetale. I suoi sostenitori affermano che possa avere numerosi benefici sulla salute mentale e fisica, tra cui una rapida perdita di peso, aumento della massa muscolare, maggiore energia e miglioramento dell’umore. Tuttavia, mangiare solo carne a colazione, pranzo e cena non sembra essere la scelta ideale per il benessere complessivo.

La nutrizionista Elisabetta Bernardi avverte che un regime alimentare troppo restrittivo può ridurre l’apporto di nutrienti essenziali che si trovano nei cibi di origine vegetale, come fibre, vitamine e composti fitochimici utili alla salute cardiovascolare e metabolica. Sebbene alcuni sostengano che la dieta carnivora porti a una rapida perdita di peso, ciò sarebbe dovuto soprattutto alla riduzione delle calorie e alla perdita di liquidi derivante dalla drastica riduzione dei carboidrati. Inoltre, gli effetti positivi su infiammazione e salute mentale non sono supportati da prove solide e a lungo termine. Studi scientifici sottolineano, invece, i benefici di una dieta varia ed equilibrata, come quella mediterranea, per ridurre gli stati infiammatori e migliorare il benessere psicologico.

Recenti ricerche hanno messo in discussione i benefici e i rischi del consumo di carne rossa, soprattutto riguardo a malattie come il diabete e i tumori. Da una parte, uno studio su The Lancet Diabetes and Endocrinology suggerisce che il consumo quotidiano di carne rossa possa aumentare il rischio di diabete di tipo 2 e di alcuni tumori, come quello al colon-retto. D’altro canto, uno studio dell’Università di Chicago ha proposto che la carne rossa, se consumata in un contesto alimentare equilibrato, potrebbe persino ridurre alcuni rischi di tumore. La questione non è semplice, poiché dipende da vari fattori, come il tipo di carne consumata, le modalità di cottura e lo stile di vita complessivo dell’individuo.

In generale, le linee guida nutrizionali raccomandano di limitare il consumo di carne rossa a circa 350-500 grammi a settimana, privilegiando tagli magri e metodi di cottura sani. La carne processata, come salumi e insaccati, dovrebbe essere consumata solo raramente e in piccole quantità, a causa degli additivi e dei conservanti presenti.

La quantità di carne rossa da consumare varia in base all’età e alle necessità nutrizionali di ciascuno. I giovani, ad esempio, necessitano di un buon apporto proteico e di micronutrienti, come il ferro eme, facilmente assorbibile dalla carne. Gli adulti attivi e gli anziani, invece, dovrebbero orientarsi verso una dieta equilibrata che comprenda fonti proteiche diversificate, tra cui pesce, legumi e latticini, oltre alla carne.

Il metodo di cottura è fondamentale per preservare i nutrienti e ridurre la formazione di composti potenzialmente dannosi. È consigliabile evitare cotture a temperature troppo elevate, come la grigliatura, che può produrre sostanze cancerogene. Inoltre, scegliere carne di alta qualità, proveniente da allevamenti che rispettano standard igienici e di benessere animale, è essenziale per garantire un profilo nutrizionale migliore.

Infine, le proteine animali, se integrate in una dieta equilibrata, sono fondamentali per il nostro organismo, in quanto contengono tutti gli amminoacidi essenziali. La dieta mediterranea, riconosciuta come uno dei regimi più salutari, include una varietà di alimenti e promuove un consumo moderato di carne rossa, in combinazione con altri nutrienti essenziali provenienti da frutta, verdura, cereali integrali e olio extravergine di oliva.

Quindi, la carne rossa non è da demonizzare, ma il suo consumo dovrebbe essere moderato e contestualizzato in un’alimentazione sana e bilanciata.

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