Sabato scorso, in Francia, è stato collegato al sistema elettrico nazionale il nuovo reattore nucleare Flamanville 3, situato nella centrale di Flamanville, in Normandia. Il reattore, il più potente del paese, ha iniziato a fornire energia alle 11:48 del mattino, segnando un momento storico per la Francia e per il settore nucleare. Il Flamanville 3 è entrato in funzione 17 anni dopo l’inizio della sua costruzione e dopo un lungo periodo di ritardi e costi molto superiori a quelli previsti inizialmente.
Con questa attivazione, la Francia conferma la sua posizione come il secondo paese al mondo per la produzione di energia nucleare, dopo gli Stati Uniti, con il nucleare che soddisfa circa il 40% del fabbisogno energetico nazionale. Si trattava del primo reattore ad essere collegato alla rete elettrica dal 1999, quando fu attivato il Civaux 2. Il Flamanville 3 è anche il primo EPR (European Pressurised Reactor) a entrare in funzione in Francia, uno dei pochi impianti di questo tipo nel mondo, dopo quelli già attivi in Cina e Finlandia.
Quando sarà completamente operativo, l’EPR Flamanville 3 sarà in grado di produrre fino a 1,6 gigawatt di potenza. La società elettrica francese EDF, che gestisce l’impianto, ha dichiarato che il reattore sarà sottoposto a test per i prossimi due mesi, e ci vorrà ancora tempo prima di raggiungere la piena operatività.
La costruzione del Flamanville 3 ha avuto inizio nel 2007, con l’intenzione di completarlo in cinque anni. Tuttavia, a causa di difficoltà tecniche e di una gestione complessa del progetto, la sua conclusione è stata ripetutamente rinviata. L’investimento finale ha superato i 13 miliardi di euro, ovvero quattro volte il budget iniziale di 3 miliardi. Inizialmente, anche la società italiana Enel partecipava al progetto con una quota del 12,5%, ma nel 2012 ha deciso di uscire, a causa dei ritardi e dei crescenti costi.
Il lungo percorso verso l’attivazione del Flamanville 3 ha visto anche un primo tentativo di avvio già a settembre, che però è stato interrotto per problemi tecnici. Il recente successo del collegamento del reattore alla rete elettrica rappresenta un’importante vittoria per EDF, che ha dovuto affrontare difficoltà finanziarie a causa degli enormi costi del progetto.