Uno studio pubblicato su Nature Communications ha portato alla luce una nuova comprensione dei dinosauri piumati attraverso l’analisi di un fossile di Psittacosaurus, un dinosauro ceratopside vissuto tra 130 e 100 milioni di anni fa in Asia. Contrariamente alla convinzione comune, il fossile rivela che questi dinosauri non avevano solo le piume, ma anche delle zone di pelle squamosa simili a quelle dei rettili moderni.
Il fossile, esposto ai raggi ultravioletti, ha rivelato delle aree di pelle di colore giallo-arancione, non coperte di piume ma piuttosto squamose. Questa scoperta è stata possibile grazie al fatto che la pelle dello Psittacosaurus conteneva principalmente silice, un composto minerale che ha permesso alla pelle di fossilizzarsi in modo unico, simile al vetro. Questa è la prima volta che viene scoperta una pelle a base di silice in un fossile di vertebrato.
Questo studio è significativo perché rivela un “sviluppo a zone” nella pelle dei dinosauri. Le aree di pelle morbida, simili a quella degli uccelli, erano ricoperte di piume, mentre il resto del corpo aveva squame simili a quelle dei rettili moderni. Questo suggerisce che i dinosauri piumati abbiano sperimentato un processo evolutivo complesso, utilizzando le squame per proteggere la pelle da abrasioni, disidratazione e parassiti, mentre iniziavano a sfruttare i vantaggi evolutivi delle piume.
Questa scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione dell’evoluzione delle caratteristiche cutanee nei dinosauri e potrebbe aiutare a illuminare ulteriormente il rapporto tra i dinosauri e i loro discendenti moderni, gli uccelli.